Di sera (Crotone, 11 febbraio 2020).


“Vieni a vedere che spettacolo…”, mi dice mia madre, quando è quasi il tramonto. In effetti le luci di fine giornata sono a volte davvero suggestive, viste dal mio balcone. Ho la fotocamera pronta in borsa, stavo giusto preparandomi a uscire e portarmela dietro, in cerca di possibili scene notturne che non riprendo da tempo (soprattutto a mano libera). Scatto non più di 5 foto ed è in verticale l’inquadratura che più mi convince:

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Di norma i tramonti non mi attraggono, fotograficamente, ma condividerne la bellezza con una persona cara merita comunque una traccia nella memoria. Il centro storico è la mia destinazione odierna, lo raggiungo a piedi; c’è del vento teso ma non fa freddo. Gli stretti vicoli, per altro, ne riducono la percezione. Sono da poco trascorse le sei del pomeriggio ed è bello passeggiare fra le poche persone che incrocio e l’atmosfera dai contorni sfumati che la calda luce dei lampioni serali produce:

Crotone vecchia è ormai la zona di sicuro più multietnica della città. Te ne accorgi dai volti che incontri, dagli odori nuovi che riempiono l’aria, dai colori e dai suoni di terre non più così lontane come un tempo. Quanto mi piace questa cosa!
E poi ci sono abitanti che non sono mai cambiati, sembrano esserci da sempre; gli storici residenti in questi luoghi antichi. I gatti.
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Ce n’è sempre qualcuno che avvisa della sua presenza col miagolio; a volte assomiglia al gemito di un bambino, altre volte all’imitazione che ne fanno gli uomini. Si muovono furtivi, silenziosi, come le stradine che percorrono. Compagni non richiesti, ma sempre graditi, di molte passeggiate fotografiche.

Mi piace aspettare, guardarmi intorno, nella speranza che qualcuno si incastoni con equilibrio all’interno di uno scorcio che mi colpisce. Ma quando questo non succede, quando la scorta di pazienza si esaurisce, capita di dover seguire un passante:


E allora sono io a esser guidato all’interno di una possibile cornice non prevista. Il che non è necessariamente infruttuoso. Certo, quando invece mi trovo davanti all’inquadratura ideale, alla scena che ai miei occhi è potenzialmente la migliore, l’attesa si fa dolce e il tempo sembra passare più lievemente:


Si tratta di scegliere al momento opportuno, attendere che il giusto elemento si disponga secondo una composizione armonica. Sono attimi di piacere personale che infondono quiete e serenità interiore. Mi ci abbandono volentieri. Peccato siano così rari (e non per l’imponderabilità delle occasioni propizie, quanto per la mia scarsa capacità di saperne cogliere i doni).

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