"Ad esempio a me piace vedere / la donna nel nero del
lutto di sempre...". Con questi versi di Rino Gaetano in testa, scatto la
prima foto del mio ritorno a Crucoli, il paese della sardella ed il mio
preferito della provincia crotonese dopo Santa Severina.
Mi informo un po’ prima di partire, questa volta. Il suo
nome pare derivi dal latino ocriculum,
che vuol dire “piccolo monte”. Ed infatti, anche visto dall’alto, il paese
ricorda un cocuzzolo per la sua disposizione di case e la chiara facciata
della chiesa di San Pietro e Paolo in bella vista.
Passeggio per le viuzze del centro storico in cerca di scene
da riprendere, quando il suono di una zampogna mi arriva alle orecchie. Lo
seguo, o meglio è lui a raggiungermi: sono due suonatori lametini che
percorrono il paese con i loro strumenti tradizionali. Chiedo a gesti se posso
fotografarli e mi fanno un cenno di sì col capo, mentre continuano
imperturbabili a riempire l’aria di melodie popolari.
Mi domando a cosa possa servire quel carretto poggiato sull’uscio di una casa dal bel portale. Ma non passa nessuno in quel
momento a cui possa chiederlo.
Attendo l’ora d’apertura del suo piccolo alimentari, per
tornare a far visita al Sig. Gaetano, di cui ricordo ancora la squisitezza del
quarto di pagnotta con mortadella che ci preparò quel giorno del nostro primo
viaggio a Crucoli. Ho con me la foto che gli scattai; lui è contento di
rivedermi e si presta volentieri per un’altra fotografia, a ricordo della prima
fattagli all’entrata del suo negozio.
Un altro bell’incontro mi riserva la giornata. Il sig. Gervasio. E’ lui a fermarmi. Dodici anni trascorsi in Germania come operaio
della Mercedes, poi bidello del Liceo Scientifico a Crotone, ora in pensione. Vuole
mostrarmi le margherite che ha piantato sulle mura di Via Verdi, dove abita. Ne
va orgoglioso, e lo capisco.
Trascorriamo diversi minuti insieme. Mi fa entrare in casa e mi offre da bere. Io prendo solo dell’acqua, con un suo certo disappunto;
poi accetto una fragola ed un cioccolatino. Ci tiene in modo particolare a
farmi vedere le sue tartarughe, e impieghiamo del tempo per estrarne una dalla posizione scomoda in cui s’è andata a cacciare. Ma alla fine il sig. Gervasio può mostrarmele entrambe, soddisfatto.
Sono giorni di festa a Crucoli, fra poche ore il paese
festeggerà la Madonna
di Manipuglia, come le luminarie per strada testimoniano già da qualche giorno.
E’ al bar centrale, infine, che scatto l’ultima fotografia
della giornata. Un simpatico novantatreenne di cui non ricordo più il nome, mi
parla piuttosto fiero della sua età e di come non sia poi così facile incontrarne
in paese, di longevi come lui. Ed io spero di tornarci presto, per consegnare altre foto e far conoscenza con persone dal suo stesso sorriso.
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