19/02/11

Fotografia e documentazione

"...si discute oggi se la fotografia di documentazione e di fotogiornalismo abbia creato in noi un senso di abitudine e assuefazione. Chi, si chiede giustamente Urs Stahel nel suo saggio 'Well, What is Photography?', si commuove e si preoccupa veramente dinanzi alle immagini di bambini denutriti, di africani malati, di soldati che uccidono, di lavoratori in sciopero, dell'ngiustizia quotidiana che affligge il mondo? Non siamo forse sopraffatti da un flusso continuo e ridondante d'immagini di fronte alle quali restiamo passivi e sembriamo indifesi? Paradossalmente, l'eccesso d'informazione ci rende quasi immuni alla visione della sofferenza degli altri, come se quel che guardiamo non avesse presa su di noi o fossimo divenuti all'improvviso ciechi. Il dolore e il lutto, siano essi indifferentemente provocati da azioni consapevoli degli uomini oppure dalla casualità cieca della natura, hanno una durata breve nella nostra coscienza.
Eppure, a dispetto delle nostre incertezze e attitudini, abbiamo ancora bisogno della fotografia - così come avremo sempre bisogno dell'arte - per ricercare e cogliere una corrispondenza, se non una comunione, tra noi e l'esistente.
L'arte e la fotografia sono un'interrogazione continua, e l'affermazione dell'Essere."
(Federico Busonero)

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