27/02/11

Il cuore straordinario di Antonietta

Ho già parlato altre volte (qui, qui e qui) dell'attività umanitaria della mia amica Antonietta Bandelloni, in aiuto delle famiglie povere del Mendoza in Argentina. Durante il suo ultimo viaggio in terra sudamericana, Antonietta ha scattato delle immagini che mi hanno molto colpito, per la bellezza insita nella loro semplice immediatezza e perchè documentano in modo concreto alcuni aspetti delle condizioni di vita delle famiglie del Mendoza. Le ho chiesto di raccontare alcune di esse, e lo ha fatto scrivendo una serie di note alle immagini che hanno reso ancora più toccante l'intera documentazione. Alcuni di quegli sguardi di bambini, è vero, basterebbero da soli a dire già tanto, ma ritengo che la parola scritta possa aggiungere qualcosa in più all'impianto narrativo di un simile resoconto di viaggio. Ed Antonietta ci è riuscita magnificamente, arrivando diretta all'animo di chi legge. Vi lascio alla prima parte del suo reportage.

Ogni volta che torno in Argentina ho il cuore in gola: temo che la situazione in cui versano alcune famiglie sia precipitata e quel poco che hanno sia svanito nel nulla. A volte però ho la fortuna di avere piacevoli sorprese. Una delle mamme alla quale porto sempre po’ di aiuto che fra le altre cose è una mia indispensabile collaboratrice e amica fraterna, quest’anno è riuscita a mettere in piedi un piccolo negozio di frutta e verdura in una stanza di casa propria. I figli, nelle vacanze estive, danno una mano alla micro impresa familiare grazie alla quale riescono a vivere in condizioni decisamente migliori. I guadagni non sono male e le perdite sono minime già che i prodotti alimentari vicini alla scadenza o frutta e verdure non più vendibili vengono cucinate e messe in tavola.



Due sorelle giocano con il fango nel patio interno della casa. Durante ore più calde del pomeriggio, quando il sole arde, nessuno esce per strada. Sono le ore della siesta quando tutti o quasi dormono. Le bimbe a dormire non ci pensano proprio e andrebbero volentieri a giocare con le amiche fuori sul marciapiede ma è un azzardo che non si possono permettere. Infatti dalle due del pomeriggio fino alle sei di sera quelle che sono in strada di solito sono solo le bande di ragazzi delinquenti ed è troppo pericoloso avventurarsi per i vari barrios.

Mi aggiro fra gli insediamenti cercando famiglie che abbiano bisogno di una mano. Porto sempre con me pupazzi con cui mi empiono la casa amici in Italia e palloncini da offrire ai bambini. Oltre a un graditissimo regalo per chi li riceve sono anche un ottimo metodo per avvicinare mamme e figli senza farli sentire a disagio. Di solito inizio a fare palloncini per un paio di bambini e in pochi minuti mi ritrovo a dover accontentare un mare di manine desiderose di avere un canino, un serpente, ombrellino, spada, cuori, fiori...



Mentre faccio i palloncini mi rendo conto che da dietro una traballante lamiera mi stanno osservando due bimbi in attesa di ricevere il loro inaspettato regalo. Si sono messi lì in attesa, attratti da tutto lo schiamazzo che fanno gli altri ragazzi, senza dirmi nemmeno una parola. Uno dei due è armato: ha uno spruzzino della mamma a portata di mano. Difficile rimanere indifferenti ai loro occhi e non desiderare un futuro meno pesante di quello che probabilmente gli si spetta.

Quasi sempre le mamme che vado a visitare mi invitano ad entrare in casa per condividere un mate. Il mate è un infuso tipico argentino, una specie di tè ma più corposo e saporito. Ad ogni invito se ne beve parecchio ed inevitabilmente posso dire con un pizzico d’orgoglio di conoscere tutti i bagni delle case che vado a visitare… a forza di bere. Quella che si vede nella foto è una bellissima bambina nel salotto di casa sua che conosco sin da quando era piccolissima. Il gatto è arrivato da poco a farle da compagno di giochi. Le condizioni della casa si commentano da sole ma almeno questa ha i muri di cemento e mattoni. Altre sono fatte soltanto di cartone, lamiere e poche tavole di legno e ogni volta che grandina è un vero e proprio flagello.



Questa mamma in dolce attesa di cinque mesi ha già nove figli. In queste zone più una famiglia ha meno mezzi e più ha figli. Sembra una contraddizione ma è proprio così. È raro trovare mamme con soltanto due-tre figli. Qui a Las Heras le famiglie meno numerose in genere hanno cinque figli.

Il cavallo è un ottimo compagno di lavoro. Nelle zone periferiche averne uno è una fortuna non da poco. Aiuta a trasportare la spesa, i figli a scuola e può servire come mezzo di lavoro. Per esempio la moglie prepara pane, rosquitas (ciambelline dolci fritte), tortitas ( piccole focaccine con lo strutto che si consumano a colazione) e le affida al marito che, una volta messe in grandi cestoni e caricate sulla groppa del cavallo, le andrà a vendere porta a porta.


(foto e testo di Antonietta Bandelloni)


Per leggere la seconda parte del foto-racconto cliccate qui.
Ritornata in Italia, Antonietta ha ripreso instancabilmente a raccogliere fondi attraverso la vendita dei suoi lavori artigianali e pittorici, organizzandosi per le future fiere e mostre in cui esporre le sue opere. Come sempre, l'intero ricavato delle vendite sarà devoluto alle famiglie del Mendoza. Il bilancio degli aiuti forniti quest'anno da Antonietta potete leggerlo qui.
Visitando il suo blog, invece, potrete ammirare le creazioni che mette in vendita e conoscere le modalità per contribuire alla sua raccolta fondi umanitaria.
Spero davvero che vorrete dare il vostro piccolo ma prezioso contributo alla causa,
ci conto,
Giuliano.
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