26/04/11

Diversità

Puntuali, all’inverosimile, le fioriture delle Ophrys apulica alla foce del Neto, le più sgargianti orchidee fra quelle osservate sino ad oggi nell'area.
Quando arrivo nella piccola radura erbosa sulla sinistra del sentiero che porta alla foce, mi accorgo subito della loro presenza, nonostante l’erba sia ben più alta dei loro esili scapi.
In un fazzoletto di terra di circa un metro quadrato ci sono 6-7 piantine di apulica, a diverso stadio di accrescimento. Appartengono tutte ad una sola specie, eppure la variabilità di ciascun fiore è impressionante. A partire dal colore dei tepali esterni: si va dal rosa-fuxia acceso al rosa-pallido delle piante sbocciate da poco; proseguendo con le forme dei tepali interni: da quelli lunghi e sporgenti a mo’ di cornetti, a quelli più corti e arrotondati.
Ma è nei labelli, nella loro forma e decorazione, che si nota in modo particolare l’eccezionale variabilità della specie: ce ne sono di forma trapezoidale, con i margini squadrati; altri sono ovoidali, con margini ripiegati all’indietro; ed altri ancora completamente sporgenti all’esterno.
Che dire, poi, di quei disegni al centro del labello mai eguali fra loro? A forma di “U”, di piccoli segnetti chiari in una matrice bruna, grandi “H” immerse nel giallo, singoli o doppi tondini bruni variamente circoscritti da ulteriori decorazioni…


C’è chi definisce noioso fotografare i fiori. Io penso invece che, accostandosi con la giusta curiosità a certi dettagli, si possano sempre trovare spunti fotografici e documentari di un certo interesse.
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