Per il ponte del primo maggio
avrei dovuto muovermi prima, alla ricerca di un B&B abbordabile in quel di
Firenze: tutto pieno o un po’ troppo lontano dal centro, quando mi metto a
cercar qualcosa. E così decido di visitare Venezia, iniziare a vederla davvero,
come in effetti non ho mai fatto le due volte che ci son stato. Come già per
Roma e Firenze, anche in questa occasione dovrò scegliere un criterio per
stabilire i primi itinerari. E’ un’altra di quelle città in cui ci si perde
letteralmente. Tanta, troppa roba in un unico luogo. E il mordi e fuggi a me
non è mai piaciuto. Così scelgo Tiziano, i luoghi, davvero non pochi, in cui
trovare le sue opere a Venezia. La “rossa” e la Cartoville del Touring, in
questo, mi saranno ancora una volta di aiuto indispensabile. Già nell’appuntare
nomi di chiese, scuole, riferimenti cartografici ed orari di accesso alle
strutture, con la conseguente lettura dei particolari artistici dei vari
luoghi, iniziano le palpitazioni nell’attesa di ritrovarmici immerso fra pochi
giorni. Non sarà facile, per altro, riuscire a dividermi fra gli stimoli
fotografici e la semplice voglia di ammirare i capolavori che avrò davanti.
Inutile dire che i giorni passano in fretta ed il 28 aprile arriva in un lampo.
Il treno delle 9:21 mi porta in meno di un’ora e mezza alla stazione Santa
Lucia. Da qui sono al sestiere San Polo diretto verso il ponte di Rialto. Prima
tappa stabilita: S. Giovanni Elemosinario (chiude alle 13:15 e così la scelgo
come prima chiesa da visitare). La fotocamera al collo, intanto, è lì che
scalpita: i soli calli e rii attraversati meriterebbero un lavoro a parte, ma
devo seguire un minimo di percorso stabilito, così i primi sono semplici scatti
“di ricognizione”:
Seguendo semplicemente le indicazioni in giallo che
portano a ”Rialto - San Marco”, mi si presenta a un certo punto uno scorcio del
tutto particolare, un angolo d’oro da cui fa capolino la facciata di
un’imponente chiesa goticheggiante:
Attraverso il ponte alla mia
destra e senza rendermene conto sono su Rio dei Frari. Quella di fronte a me è
Santa Maria Gloriosa, la terza tappa del mio itinerario:
Sono indeciso se entrare, rinunciando per oggi a S.
Giovanni, o cogliere l’occasione di essermi ritrovato già, senza saperlo, davanti
alla più grande delle tre chiese previste per oggi. “Ma sì”, mi dico, “iniziamo
pure dai Frari. Fossi stanco al ritorno da Rialto, mi godrei meno il ben di Dio
che c’è qui dentro…”. E così sia. Nell’entrare, purtroppo, constato come il mio
permesso di ingresso gratuito, previsto dallo Stato Italiano in quanto
insegnate in servizio nella scuola pubblica, valga in effetti men che zero: per
l’accesso a determinati luoghi sacri la chiesa si comporta, di fatto, come una
società privata che ne gestisce la fruizione. Pago l’irrisorio biglietto,
polemizzo a riguardo con l’addetta all’entrata e, un bel po’ contrariato,
inizio a guardarmi intorno… fantastico! Una serie di monumentali cappelle circonda
il visitatore sin dai primi passi. Decido di procedere per ordine, dalla navata
di destra descritta minuziosamente nella guida Touring che tengo fra le mani
come fosse un breviario. Una serie di scene sacre dipinte da Andrea Michieli
(detto il Vicentino) mi spingono a scattare le prime foto, non fosse altro che
per le interessanti soluzioni compositive e coloristiche escogitate dal pittore
ed il bel grigio cenerino della chioma di una visitatrice interessata:
Proseguo lentamente sino al
termine del transetto destro che immette direttamente nella meravigliosa
sagrestia. Alla sinistra dell’entrata principale spicca sul resto (benchè tutto
di notevole valore) il trittico d’altare di Giovanni Bellini, ben illuminato e
posizionato così scenograficamente da risultare quasi al di fuori di un
contesto sacro:
L’ultima delle cappelle absidali di destra, detta
dei Fiorentini, accoglie un S. Giovanni
Battista del Donatello (bruscolini!); e poi c’è lei, l’Assunta di Tiziano, l’opera che probabilmente attira il maggior
numero di visitatori qui ai Frari. Mi ci soffermo pochi istanti, per ora; ci tornerò
alla fine del giro della navata restante. Proseguo così lungo il transetto
sinistro, nell’ultima delle di cui cappelle, detta dei Milanesi, colpisce sul
pavimento la tomba di Claudio Monteverdi, con i commoventi omaggi floreali dei
suoi estimatori:
La successiva cappella Corner è
forse la più elegante fra quelle absidali. Mentre soffermo la mia attenzione al
monumento rinascimentale a Federico Corner (con sfondo a putti in chiaroscuro
di un probabile giovane Mantegna), un ragazzino di origini francesi riprende
con fotocamera la parete sulla sinistra dell’entrata:
C’è un fonte battesimale decorato da S. Giovanni
Battista in marmo di Jacopo Sansovino, e alla parete il Cristo al Limbo di Palma il Giovane:
Altro capolavoro fra i più noti
di questa splendida chiesa è la Madonna
di Ca’ Pesaro del Tiziano. Posta al secondo altare della navata sinistra
(venendo dal presbiterio), attira molti dei turisti presenti, ed io ne
approfitto, naturalmente, per qualche scatto che includa anche loro:
La penultima delle campate,
infine, ospita il monumento funebre a Tiziano su disegno di Antonio Canova.
Qualcosa che, sebbene di grande impatto architettonico, a mio gusto cozza un
po’ col resto dell’interno dei Frari:
Dopo di che la mia visita si
conclude ripercorrendo la navata centrale; attraversando il sontuoso coro dei frati, che incornicia dal fondo
la celebre pala d’altare di Tiziano, sembra che l’Assunta sia annunciata prospetticamente da questa serie
interminabile di ricchissimi intarsi in legno:
Trovarvisi davanti, poi, è una di
quelle emozioni per descrivere le quali non bastano le parole. Almeno le mie non sono all’altezza
per raccontarne gli effetti. Ricordo di certo, se non altro, tutta la schiera
di visitatori che si soffermano ad ammirarne lo splendore o che, inginocchiati
e a mani giunte, pregano rapiti davanti alla maestosa effigie:
E’ l’ora di mandar giù qualche
panino; l’appetito inizia a farsi sentire e così vado alla ricerca di un po’
d’ombra all’esterno della chiesa o nei suoi immediati paraggi.
.
Nessun commento:
Posta un commento